Gasparo da Salò

Gasparo Bertolotti (Salò, 20 maggio 1540 - Brescia, 14 aprile 1609), conosciuto come Gasparo da Salò, è il più celebre dei figli di questa città. Fu il geniale liutaio al quale è universalmente attribuita la paternità dell’invenzione del violino.

Gasparo nacque nella casa di famiglia affacciata sull’attuale via Garibaldi (dove c’è una targa commemorativa) e nella piccola bottega al piano terra apprese l’arte di famiglia.

Per qualcuno è improprio definire Gasparo «l’inventore» del violino, dato che questo strumento non nacque all’improvviso per una felice intuizione o un colpo di genio: la sua forma è il risultato di una lunga e laboriosa evoluzione. Di certo, però, c’è che Gasparo diede al violino la forma definitiva e quel modello da cui, dopo di lui, non ci si discostò più, ponendo i fondamenti dello stile italiano nella costruzione del nobile strumento.

L’impronta del liutaio salodiano sul violino, così come lo intendiamo oggi, è insomma inequivocabile, tanto da valergli l’appellativo di «inventore».

Gasparò costruì anche viole e violoncelli, violoni (il nome cinquecentesco di quelle che oggi definiamo “viole da gamba”), lironi e contrabbassi. Gli strumenti da lui forgiati sono oggi rarissimi e preziosi. Uno di questi, il contrabbasso «Biondo», realizzato attorno al 1590, è oggi conservato dal Comune di Salò, al quale è stato concesso in comodato. Ha un suono potente, duttile, molto profondo, che gli appassionati possono ascoltare in occasione dei concerti classici organizzati a Salò.

Gasparo è ricordato anche da un celebre busto marmoreo che campeggia nella sala consiliare, realizzato nel 1906 dallo scultore Angelo Zanelli (una copia in bronzo si può ammirare sul lungolago), del quale i poeta Gabriele d’Annunzio ebbe a dire: «Non si sa se stia aprendo il petto per trarne il violino o se stia aprendo il violino per mettervi il cuore».